Accademia di Belle Arti di Palermo
workshop: Incisione sostenibile e nuovi materiali, il film fotopolimero
di Eva Figueras Ferrer,
docente di Tecniche dell'Incisione alla Facoltà di Belle Arti dell' Università di Barcellona,
6/10 maggio 2008
a cura del corso di Tecniche dell'incisione Horat - Genna
programma
Il
progresso tecnologico e industriale del secolo XX ha influito notoriamente nell’arte
dell’incisione: le tecniche tradizionali sono state rinnovate e ampliate in
maniera tale che la generazione attuale di incisori può contare con un
potenziale esecutivo di stampa originale impensabile per la generazione
precedente. La creazione di immagini multiple originali, non sottomessa al
giogo dell’incisione di riproduzione, è una realtà fuori discussione che
incrementa progressivamente le sue dimensioni pedagogiche, culturali e sociali.
Questo
assetto dell’incisione nell’ambito creativo apre nuove dialettiche che sono
conseguenza della sua evoluzione: la molteplicità e l’emergenza dell’immagine
in serie, la sua digitalizzazione, la riproduttività tecnica dilatata, il
supporto espressivo del prodotto finale e la convivenza inter-materiale, sono alcuni
esempi delle nuove questioni presenti.
Questa
situazione della stampa attuale apre un nuovo tema di dibattito legato alla sua
pratica sostenibile. Alcuni procedimenti e materiali che si usano nella pratica
dell’incisione sono poco salutari e rispettosi dell’ambiente. Per esempio la
consolidazione delle tecniche indirette (dove interviene il mordente) e la
crescente proliferazione di nuovi metodi basati su questo, spiega l’incremento
delle formule di mordente. L’industria chimica proporziona, nella stessa forma, prodotti più elaborati,
evitando in questo modo la necessità di disporre di diversi prodotti per
ottenere un composto. L’efficacia di questi prodotti e la comodità di
applicazione ci ha condotti alle formule che utilizziamo nei nostri laboratori basati,
per la maggior parte, sull’acido nitrico e sul cloridrico. Forse siamo stati
poco sensibili alle possibili conseguenze dell’uso ed abuso di questi prodotti.
I gas che sprigionano, la scarsa ventilazione dei laboratori, la scarsa
protezione personale- guanti, maschere, ecc.- sono fattori che non aiutano ad
evitare i possibili problemi alla salute che possono originare, e per scontato,
la poca precauzione nel momento di eliminarli, contribuendo alla contaminazione
dell’ambiente circostante. Insieme agli acidi, potremmo enumerare tutti i
solventi derivati dagli idrocarburi o la incorretta applicazione delle resine
che provocano nebulose tossiche per inalazione, ecc.
Alla
fine del XX secolo, alcuni incisori americani ed europei propongono alternative
per eliminare elementi contaminanti dai laboratori senza influire sul
potenziale espressivo e creativo, ed a partire da queste prime iniziative hanno
proliferato i trattati ed i corsi monografici sull’incisione non tossica.
Alcune proposte sono valide e adottabili nella pratica del laboratorio, altre,
le abbiamo scartate perché ugualmente contaminanti o perché richiedono
strutture troppo complesse per la corretta applicazione.
Abbiamo
cominciato un secolo di speranza in cui la coscienza ecologica sta incidendo
sulla pratica dell’incisione e, quel che è più importante, mantenendo ed
incrementando i ricorsi espressivi di questo linguaggio artistico. Non
dimentichiamo che in qualsiasi manifestazione artistica la tecnica sta al
servizio dell’espressione e della creatività. È nostro dovere, come
ricercatori, docenti e artisti, trovare una pratica più sostenibile per il
futuro dell’arte e condividere queste conoscenze e pratiche, perché il rispetto
dell’ambiente si attuerà nella funzione in cui saranno ampie e collettive le pratiche
adozione ed utilizzazione.
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