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martedì 16 aprile 2013

SISTEMA SALINO

Il Sistema Salino.


La sostituzione del mordente acido con il mordente salino è uno dei punti di partenza per un laboratorio di tecniche dell'incisione più sostenibile. Anche se bisogna fare attenzione affinché il ciclo venga seguito bene fino al momento dello smaltimento del mordente esaurito perché questo costituisce un pericolo per l'ambiente. Rimane ben chiaro che non esiste un mordente veramente sicuro per la salute e per l’ambiente: speriamo di trovare un mordente ancora più sicuro del solfato di rame ma nel frattempo sappiamo che risulta essere molto meno tossico dell’acido nitrico. 

La formula del Bordeaux Etch

La formula del Mordente Bordeaux chiamata originariamente da Cedric Green Bordeaux Etch sembra oltremodo adatta per cominciare, in quanto è molto semplice e lavora su un componente unico, il solfato di rame.
Si tratta di una composizione satura che si ottiene mescolando solfato di rame con acqua distillata fino a quando non se ne può dissolvere più, questo corrisponde ad una quantità che va dai 200 ai 250 grammi di solfato dissolti in un litro d’acqua e dà origine ad un mordente per lo zinco molto vivace che produce segni netti anche in pochi secondi di morsura.

La formula del Saline Sulphate Etch.

L ’incisore tedesco Friedhard Kiekeben, ha messo a punto un Sistema Salino Metal Salt Etching che lavora sulla dinamizzazione dei mordenti salini. Il sistema comprende soluzioni saline specifiche fondate su due tipi di processo- base: l’Edinburgh Etch (© F.K. 1997) per l’incisione su rame e ottone, consiste in una soluzione di percloruro di ferro ed acido citrico; il Saline Sulphate Etch (© F.K. 2002) per l’incisione di zinco, acciaio ed alluminio, consiste in una soluzione di solfato di rame e cloruro di sodio.

Nel nostro laboratorio usiamo i metalli grigi (zinco ed alluminio) ed abbiamo perciò adottato la seconda soluzione il Saline Sulphate Etch che chiamiamo con l’abbreviazione di “Mordente Salino”.




Questa soluzione preparata con solfato di rame e cloruro di sodio (cioè normale sale da cucina) rende attiva l'incisione riducendo il “legame di idrolisi” chimico creato tra il sale metallico e l'acqua nella soluzione satura di solfato di rame per cui  l'incisione diventa piuttosto lenta e la soluzione si esaurisce velocemente. Il Mordente Salino risulta circa tre volte più attivo di una normale soluzione al solfato di rame senza sale,  produce un effetto molto incisivo sullo zinco e può corrodere anche l'alluminio che non è attaccato dalla soluzione di solo solfato. 




Un esempio di preparazione del mordente è: 500 g di solfato di rame + 500 g di sale + 5 litri di acqua calda.













La miscela dà vita ad una soluzione verde che quando si stabilizza assume un colore azzurro mediterraneo, a questo punto è pronta all'uso.

Durante la corrosione si produce un sedimento contenente rame mentre gli idrossidi e gli ossidi fluttuano continuamente verso la superficie, impedendo in tal modo alla parte corrosa di ostruirsi. 






Questa parte solida della corrosione costituita da residui di rame va raccolta in modo separato e deve essere oggetto di attenzione nel momento dello smaltimento del mordente.Solo una soluzione che ha perso il colore verde (questo indica la presenza di ioni di rame) e che sia stata neutralizzata con carbonato di soda è sicura e può essere buttata via.

Per smaltire il mordente usiamo tre diverse opzioni:

Nel caso in cui la quantità sia poca, con l’aggiunta di carbonato di sodio si neutralizza la parte acida favorendo così il precipitato dei componenti metallici. Viene quindi lasciato in una vasca o in un secchio finché l’acqua evapora, in questo modo rimarrà  sul fondo un residuo solido, una specie di crosta azzurro- biancastra, composta di carbonato di sodio e solfato di rame, che viene asportata battendo sul fondo della vasca e quindi raccolta come residuo chimico solido in una busta di plastica. 



Se la quantità di mordente da smaltire è troppa ed i tempi di attesa per l’evaporazione diverrebbero troppo lunghi, si neutralizza la parte liquida (sempre con l’aggiunta di carbonato di sodio come descritto sopra e/o lasciando nel bagno dei ritagli di alluminio per tutta la notte) e si filtra la soluzione, raccogliendo da una parte l’elemento solido (una specie di fanghiglia che contiene residui di rame), e dall’altra quello liquido, che, divenuto ormai trasparente, può essere smaltito con un’ulteriore aggiunta d’acqua senza ulteriori preoccupazioni.





Il bagno di solfato può essere inoltre riciclato. Questa ulteriore opportunità è stata esposta dall’incisore canadese Nick Semenoff : il mordente va messo in un bidone di plastica e lasciato stare per un mese o più. I componenti chimici cominciano così a reagire tra di loro e ritorna il colore blu. Se si agita la soluzione ogni tanto la reazione sarà completa. A questo punto, con un piccolo rinforzo, la soluzione blu si può riutilizzare: risulta essere meno corrosiva e per questo può essere preferita per i lavori più delicati.

Bidoni e vasche di diversi tipi di mordente salino nel laboratorio di Tecniche Calcografiche Sperimentali ,
Accademia di Belle Arti di Palermo.



1 commento:

  1. Bravi e grazie.
    Un numero crescente di laboratori di calcografia utilizza queste ricette.

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